Alfa Romeo 33 Stradale 2023: il ritorno del mito?

2023-03-08 14:27:35 By : Mr. Hunter Huang

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L’Alfa Romeo 33 Stradale è una vera icona del passato che merita di essere raccontata. Una delle Dream Car che contraddistinse la Casa di Arese già negli anni sessanta. Il merito di questa creatura deriva dal genio di Franco Scaglione. Una vettura unica, le cui forme hanno fatto, fanno e faranno scuola, oltre ad aver  influenzato pilastri del design automobilistico come Bertone, Giugiaro, Pininfarina. Basta darle uno sguardo per innamorarsene. Tuttavia, ciò che fa battere ancor di più il cuore, è un possibile omaggio che dovrebbe uscire nella primavera 2023. Per ora trapelano già dei render su internet. Anche solo l’idea di poter ammirare una nuova hypercar del Biscione, è alquanto accattivante.

Il mito esordì il 31 agosto 1967, alla vigilia del Gran Premio d’Italia di Formula 1, all’Autodromo di Monza. Bellezza senza tempo, scultura su 2 ruote, in 50 anni è stata definita in 1000 modi diversi, tutti esaltanti. Inutile dire che è considerata una delle auto più belle di tutti i tempi. L’Alfa Romeo 33 Stradale è caratterizzata da linee sinuose, semplici, armoniose ed eleganti le quali definiscono ogni dettaglio. Vista dalla fiancata, appare una vettura robusta e slanciata, che termina con una coda alquanto squadrata. Fu la prima vettura dotata di porte a farfalla, questo perché le porte convenzionali risultarono scomode per un’auto alta poco più di 1 metro. A tal proposito Scaglione progettò cardini appositi rendendo così questo modello ancora più unico.

E’ fonte di ispirazione inesauribile, come dimostrano le varie interpretazione avvenute nel tempo. Da menzionare, Bertone, con 2 modelli, il Carabo nel 1968 e il Navajo nel 1976. Italdesign con l’Iguana nel 1969. Pininfarina con la coupé(1969) e Cuneo spider (1971). Infine, come non riconoscere le forme e le linee della 8C Competizione disegnata da Wolfgan Egger nel 1997.     Per capire la gloria di quest’auto, basta pensare che all’epoca, era tra le Fuoriserie più costose. Il prezzo era di 9,7 milioni di lire. Le sue concorrenti la Lamborghini Miura o la Ferrari 275 GTB, costavano rispettivamente 2 e quasi 4 milioni di lire in meno. A rendere ancor più esclusivo questo modello fu la taratura limitata. Venne infatti costruita in soli 18 esemplari. Inoltre, per la prima volta venne adottato il simbolo del “quadrifoglio”, per indicare la Alfa dalle più alte prestazioni sportive.

Non poteva mancare una meccanica sopraffina adatta a tanta bellezza. La belva monta  un V8 90° da 2 litri progettato dall’ingegner Busso. Il motore è montato longitudinalmente in posizione posteriore centrale, trattasi nello specifico di un motore aspirato benzina, trazione posteriore, a corsa corta, capace di una potenza di 230 Cv a 8800 giri/min. Un telaio tubolare in alluminio e magnesio costituisce lo scheletro di questa vettura. Un cambio a 6 marce, più una frizione monodisco a secco, sospensioni anteriori  e posteriori a ruote indipendenti, bracci trasversali, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici, barre stabilizzatrici e freni idraulici a disco auto ventilanti, chiudono lo splendido quadro. Con un peso di 700 Kg ed uno 0-100 in 5,6 secondi, l’Alfa Romeo 33 Stradale ha ancora molto da insegnare, considerando che uscì nel 1967.

Per quanto riguarda i modelli vittoriosi nella classe dei prototipi sportivi, ricordiamo:

Come già accennato, trapelano render su internet. Tuttavia sono totalmente diversi tra loro per determinare l’aspetto estetico. Per quanto riguarda il motore probabilmente si adotterà il Nettuno della MC20, magari una versione aggiornata, in più non vengono escluse versioni totalmente elettriche. Verrà prodotta in 33 esemplari. Il prezzo è da capogiro, si parla di oltre 1 500 000 euro. Non male se si pensa al valore attuale della 33 Stradale 1967 di circa 10 Milioni di euro.

Di origine Lucana, studente presso il politecnico di Bari, appassionato di ingegneria meccanismi e motori. Amo lo sport, in particolare MTB, “De’ remi facemmo ali”.

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Di origine Lucana, studente presso il politecnico di Bari, appassionato di ingegneria meccanismi e motori. Amo lo sport, in particolare MTB, “De’ remi facemmo ali”.

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