Morto alla Volvo a 24 anni, il capo meccanico: "Ucciso dall'aria compressa? Mai visto utilizzarla in officina" - BergamoNews

2023-03-08 14:33:12 By : Mr. Zonsan Lu

Il pubblico ministero replica: "I colleghi hanno confermato l'utilizzo di questa procedura. Come mai Scarpellini, giovane e poco esperto, l'avrebbe usata se non era prassi comune?"

Boltiere. “Io non ho mai visto nessuno utilizzare l’aria compressa per sostituire le molle né ho mai sentito che qualcuno usasse questa procedura. Se i meccanici lo facevano, era a mia insaputa”.

A parlare durante l’udienza del processo a carico di Giovàni Lo Bianco, amministratore delegato di Volvo Group Italia, è Antonio Pezzano, capo meccanico del Volvo Truck Center di Boltiere, dove il 19 gennaio 2017 trovò la morte il 24enne Leonardo Scarpellini: il meccanico avrebbe inserito dell’aria compressa in una molla per facilitarne il posizionamento, ma il componente è esploso e l’ha centrato in pieno petto, provocandone il decesso nel giro di poche ore.

Il giorno della tragedia Leonardo aveva firmato il contratto di assunzione a tempo indeterminato da una settimana. Nei due anni precedenti aveva lavorato nella sede di Boltiere con contratti a termine, aveva seguito la formazione e l’affiancamento da parte di un collega più esperto. E, secondo quanto riportato dal capo meccanico nella sua deposizione, aveva già sostituito altre volte le sospensioni a molla sui camion, lo sapeva fare.

Il pubblico ministero Raffella Latorraca ha quindi chiesto al teste: “Durante le varie udienze tanti colleghi di Scarpellini hanno riferito di utilizzare l’aria compressa durante questo tipo di riparazioni. Come mai il più giovane tra i meccanici, il meno esperto, l’avrebbe usata se non fosse stata prassi comune in officina?”.

“Non so rispondere e ribadisco che io non ho mai visto nessuno usare questa pratica – ha risposto Pezzano -. I martinetti (delle specie di crick ndr) sono necessari per montare e smontare le valvole e non ci dev’essere aria dentro, dev’essere tutto depressurizzato. In officina non sono mai accaduti incidenti del genere. Chi non seguiva le procedure in generale veniva richiamato”.

L’ingegner Giovanni Dattoli all’epoca stava diventando direttore generale di Volvo Truck Italia. “Lo Bianco era amministratore delegato, era datore di lavoro e in ogni sede c’erano uno o due preposti per la sicurezza – ha spiegato durante la sua deposizione -. A Boltiere ce n’erano due, vista la complessità del sito: uno alla gestione dei clienti e uno responsabile del service che gestiva ciò che avveniva nell’officina”.

Dattoli si è soffermato sulla formazione alla quale l’azienda sottopone i suoi meccanici: “Volvo Italia dispone di un centro di formazione che si occupa di erogare corsi per tutte le officine. C’è un calendario dei corsi ai quali i dipendenti si possono iscrivere, poi c’è una parte della formazione, che è in capo alle varie officine, nella quale vengono predisposti degli affiancamenti da parte di personale più esperto”.

Di questo aspetto ha parlato anche Enrico Invernizzi, responsabile formazione per Volvo Track Italia: “Il percorso dedicato ai tecnici prevede corsi di formazione sia online sia in presenza. “Impact” è uno dei primi che chi lavora da noi deve seguire ed è obbligatorio. Si tratta di una sorta di enciclopedia tecnica nella quale i meccanici possono trovare tutte le procedure adottate da Volvo. Nel momento in cui devono effettuare una lavorazione ad un veicolo, possono consultare i terminali e cercare le informazioni necessarie. Si tratta di una formazione strategica molto ampia e costantemente aggiornata dalla casa madre. Noi spieghiamo a chi partecipa come fare a ricercare le informazioni e come consultare la documentazione disponibile. Al termine di ogni corso abbiamo un test per verificare le competenze acquisite dai partecipanti. C’è una formazione minima per diventare un tecnico Volvo, poi circa il 50% prosegue con altri corsi per specializzarsi”.

Bruno D’adda è un consulente aziendale: “All’epoca ero responsabile servizio protezione dell’azienda come consulente esterno. Due volte l’anno facevamo una riunione sulla sicurezza per ogni singolo truck center, analizzavamo gli eventi per programmare dei miglioramenti. Io, la responsabile salute e sicurezza dell’azienda e l’amministratore delegato Lo Bianco incontravo anche i preposti durante il sopralluogo in officina”.

Nella prossima udienza, fissata per il 28 marzo, verranno sentiti gli ultimi testi della difesa, poi il 30 maggio si darà spazio alle conclusioni di accusa e difesa.

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