♪ PAREIDOLIA MUSICALE ♪ Rubrica a cura di Andrea Gioè

Sue è una cantautrice indipendente dal 2017, i suoi brani raccontano storie che toccano tematiche importanti e spesso si trasformano in progetti attivi. Condimento essenziale dei brani di Sue si può dire sia spesso l’ironia, mezzo attraverso il quale riesce a trattare tematiche importanti con maggiore leggerezza.

Per la playlist AIA Artists for Spotify ci hai proposto “Vengo dal sud”. Cosa significa per te questa canzone? Quando l’hai composta? Che risultati hai già ottenuto? Dove desideri possa arrivare?

Questa canzone per me è importante perché parla di mia nonna e rimarrà per sempre il racconto della storia della mia famiglia.  Racconta inoltre di un’intera generazione, quella dei migranti degli anni 50. Tale argomento mi sta particolarmente a cuore perchè credo che l’idea di integrazione e uguaglianza abbia origini antiche. I primi migranti in terra italiana sono stati proprio i nostri nonni. Chiederci come sono stati accolti al nord, dalle persone, dalla società ci pone nella condizione di riflettere su tematiche sociali, generalizzando il concetto di integrazione, contestualizzandolo ai giorni nostri.

       È uno dei pochi brani scritti abbastanza di getto, avevo chiaro in mente dove volessi andare.

Dovrebbe farlo perché il mio progetto è vero, non è costruito secondo preconcetti o ragionamenti con fini commerciali. Le canzoni sono scritte da me e riguardano la mia vita ma possono tranquillamente rappresentare le vita di tante altre persone. 

La copia no, ma spesso mi dicono che la mia voce assomiglia a quella di Levante. Ma poi ho capito che questa frase viene un po’ ripetuta a tante cantautrici che hanno un timbro pulito e scrivono melodie pop. Evidentemente Levante rientra nello stereotipo delle cantautrici in generale e per tanti motivi.

Tutto. Da qualche tempo le mie canzoni rappresentano la mia valvola di sfogo, la mia supervisione, l’essenza della mia auto analisi, il modo per condividere il dolore, il mezzo per dire cose che non ho il coraggio di dire, la mia rivoluzione, un mezzo di denuncia, la voce di qualcun’altro, un modo per condividere un giorno di gioia,  il livello per valutare la mia autostima e la mia distruzione.

       Non so se mi spiego….

Sai cos’è la Pareidolia? Mentre stai rispondendo a questa intervista, alza gli occhi al cielo (guarda fuori dalla finestra) e dimmi cosa vedi? Neanche una nuvola in una giornata di sole splendente oggi. Mi sembra di guardare l’infinito del mare.

Se dovessi definire le tue canzoni come figli, potresti dire di avere un figlio prediletto?

Le mie canzoni SONO i miei figli ? Forse quello più significativo lo individuo in “Ma ho scelto te”. Sicuramente perchè è stato il primo brano che ha segnato il percorso di Sue. È inoltre un brano che racconta un episodio importante della mia vita, che unisce in sé le mie nature: quella pop e quella reggae. Direi che ancora oggi è un brano che mi rappresenta moltissimo.

Qual’è stata l’esperienza musicale più figa che hai vissuto in tutta la tua carriera?

Credo di poterle individuare nelle esperienze condivise. Nella top 5 sicuramente c’è l’incontro con le altre cantautrici durante l’esperienza a Sanremo all’Attico Monina pre lock down. L’incontro con le ragazze ha svoltato il mio modo di concepire la musica d’autrice, sono iniziate collaborazioni, amicizie e tanto altro. Un’altra esperienza che mi porterò nel cuore è quella della trasferta ligure con Sara Velardo dell’estate scorsa dove è stato potente suonare insieme in un castello, inoltre  non posso dimenticare la trasferta Marchigiana all’Arthur’s bar che porterò per sempre nel cuore.

Ti senti più Dr. Jekyll o Mr. Hyde? Non saprei. Sicuramente riconosco una doppia personalità in me. Una è Susanna, l’altra è Sue. È importante per me distinguermi da Susanna utilizzando un nome d’arte (Sue), mi ha permesso di riconoscermi come entità divisa. Artisticamente parlando … cosa ti ha fatto più incazzare in questi anni?

Mi fa incazzare la burocrazia che c’è dietro agli eventi, il sistema fiscale che sta alla base dello  stato italiano,  ai permessi per creare eventi live. È come se in Italia ci fossero continuamente ostacoli che contribuiscono a creare disagio nel poter organizzare musica dal vivo e per poter essere considerati lavoratori a tutti gli effetti.

Mi fa molto incazzare anche l’indifferenza e la mancanza di diritti egualitari nel mondo della musica e in generale.

Dipende dal periodo. Ci sono momenti in cui la scrittura di una canzone mi tiene impegnata la mente quasi 12 ore al giorno, entra nella mia testa e non mi molla più. Poi faccio anche settimane e mesi a non scrivere niente.

Qual’è stato il tuo rimpianto artistico più grande? Forse non essermi mai dedicata seriamente alla tecnica musicale di qualche strumento nello specifico.

Nel cassetto dei tuoi sogni ci stanno tre duetti. Se potessi dargli un nome, a quale artista preferito li attribuiresti?

Tosca, Fabi e Lady Gaga.

Chi è il tuo fan più fedele e sincero?

Mia mamma senza ombra di dubbio.

Eventi e progetti futuri ne abbiamo?

Mi piacerebbe concentrarmi sul secondo disco. Ci sto lavorando.

Un altro progetto è continuare le collaborazioni con le persone che mi fanno stare bene e nelle quali sento una stima professionale.

Manda un saluto speciale a tutti i lettori del MEI e dicci dove possiamo trovarti e ascoltarti.

Mando un abbraccio a tutti i sostenitori del MEI e quindi della musica indipendente! Potete trovarmi su Spotify cercando sue strane intuizioni e su Ig cercando il mio profilo che è sue_susannacisini

Vengo dal sud di Sue & Simona Sciacca è presente in AIA Artists for Spotify Vol.10 https://open.spotify.com/playlist/4d5N83mudmxNlZSduWYdgO?si=I-GrDlT6RYCy32svjoRoKA

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