Batterie, Tesla molla la Germania e punta ai fondi di Biden - Startmag

2023-03-08 14:32:30 By : Mr. Sky Fu

La società statunitense di veicoli elettrici Tesla ha iniziato ad assemblare batterie nella sua fabbrica (o “gigafactory”) in Germania, ma ha fatto sapere di voler concentrare la produzione di questi dispositivi negli Stati Uniti, in modo da accedere ai ricchi incentivi dell’Inflation Reduction Act, la legge di stimolo alla manifattura americana di tecnologie pulite da 369 miliardi di dollari.

L’Inflation Reduction Act offre infatti alle imprese un credito d’imposta fino a 35 dollari per kilowattora per ogni cella di batteria realizzata negli Stati Uniti, andando a ridurre di un terzo il loro costo di produzione.

La combinazione di sussidi pubblici e bassi prezzi dell’energia sta spingendo diverse aziende, sia europee che straniere ma presenti sul continente, a dare priorità agli investimenti negli Stati Uniti. Temendo di perdere capacità manifatturiera nei settori cruciali per la transizione ecologica, l’Unione europea ha elaborato un piano di aiuti all’industria che però non è stato accolto benissimo.

Tesla ha detto chiaramente che “il focus della produzione di celle è attualmente negli Stati Uniti, per via del contesto creato dall’Inflation Reduction Act”.

La società ha aggiunto che nel “futuro prossimo” le automobili elettriche prodotte nello stabilimento dello stato tedesco di Brandeburgo conterranno batterie assemblate localmente. Nella fabbrica di Grünheide verranno realizzati anche elettrodi (i due poli, uno negativo e uno positivo, che compongono una batteria, semplificando), di cui una parte verrà inviata negli Stati Uniti.

Ma Tesla non è l’unica azienda coinvolta nella transizione ecologica a puntare sugli Stati Uniti. Ad esempio, la casa automobilistica Stellantis ha dichiarato mercoledì che i suoi piani prevedevano l’espansione manifatturiera in territorio americano già da prima dell’approvazione dell’Inflation Reduction Act.

Air Liquide, società francese di gas industriali (incluso l’idrogeno), ha dichiarato recentemente di voler cogliere le opportunità create dalla legge americana per investire nelle energie pulite, senza però fornire dettagli.

La svizzera Holcim, che produce cemento e altri materiali da costruzione, pensa che l’Inflation Reduction Act darà slancio alle sue attività in Nordamerica. Linde, che è tedesca e si occupa di gas tecnici, stima opportunità di investimento negli Stati Uniti per oltre 30 miliardi di dollari nell’arco di un decennio.

Il Green Deal Industrial Plan, il piano della Commissione europea in risposta all’Inflation Reduction Act, non stanzia nuove risorse ma punta sull’allentamento della normativa comunitaria sugli aiuti di stato, in modo che gli stati membri dell’Unione possano fornire maggiori risorse alle imprese coinvolte nel percorso di decarbonizzazione (fonti rinnovabili, idrogeno, veicoli elettrici, industrie pesanti che devono modificare i loro processi). La Germania, l’economia più grande dell’Unione europea, è però contraria all’emissione di nuovo debito europeo per sussidiare l’industria, e vuole evitare tensioni commerciali tra Bruxelles e Washington.

Nel novembre 2021 Tesla ha ritirato la domanda alle autorità federali tedesche per ottenere 1 miliardo di euro in aiuti di stato per la sua fabbrica di batterie nel paese; al tempo, l’amministratore delegato Elon Musk dichiarò che “tutti i sussidi dovrebbero venire eliminati”. Ma la società ha ancora una richiesta di finanziamento aperta con il governo dello stato di Brandeburgo.

Negli Stati Uniti Tesla sta faticando ad aumentare la produzione di celle di batterie nelle sue fabbriche di Fremont, in California, e di Austin, in Texas: probabilmente – scrive Reuters – l’azienda non riesce a far “scalare” alcune nuove tecnologie non ancora affermate.

A fine gennaio Tesla ha annunciato un investimento di 3,6 miliardi di dollari per l’espansione della gigafactory in Nevada, dove verranno costruiti due nuovi stabilimenti: uno dedicato alla produzione di massa (rimandata a lungo) di Semi, un camion elettrico; e l’altro dedicato invece alle nuove (e più performanti, in teoria) celle di batterie 4680.

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